Lui & Lei

insonnia


di Membro VIP di Annunci69.it giullorenzo
17.01.2017    |    3.083    |    2 8.0
"Un mattino dovette andare in città per lavoro, sapendo che lui era ancora a casa dal lavoro, lo chiamò e gli propose d’incontrarsi per fare colazione, ma..."
Insonnia.
Si girava e rigirava in quel letto sfatto, seminuda e accaldata e non riusciva a capire come poteva essere accaduto. Era sveglia da un po’ e il pensiero di G. , le impediva di prender sonno, lo desiderava troppo. Quella storia nata per noia stava ormai durando da diversi mesi e non avrebbe mai immaginato potesse diventare così morbosa, Lei era una quarantenne felicemente sposata, appagata sessualmente e con un lavoro che le piaceva, non aveva certamente bisogno di un avventura, di un amante; invece si trovava ad esser lì a desiderare le sue mani, le sue labbra, il suo sesso ovunque.
Tutto era nato in una delle solite lunghe e lente giornate in ufficio; il pc lo usava talmente tanto per lavoro che non le erano mai interessate le chat o i blog, ma in quel periodo il lavoro era un po’ in calo e quelle ore a non far nulla o quasi l’avevano portata a curiosare nella rete e mai termine fu così appropriato, perché proprio in una rete era finita e non riusciva a liberarsi… da cui forse non voleva nemmeno liberarsi. Continuava a pensare a quel giorno quando curiosando tra i profili degli iscritti, era incappata in un profilo interessante e divertente e non trattenendo la sua curiosità gli aveva lasciato un saluto. Era stata contattata pochi giorni dopo e per qualche giorno si scrissero messaggi indagativi e informativi, descrissero le rispettive situazioni familiari (anche lui era sposato, anche se quasi separato in casa..), si raccontarono i sogni e i desideri, insomma, schermaglie di seduzione, a lei piaceva sentire che era interessato e intrigato, le piaceva quel gioco che stava conducendo.. o che almeno credeva di condurre. Non voleva incontrarlo, anche se sembrava un uomo interessante, ma col tempo la curiosità aumentava e decise di accettare il contatto telefonico. La sua voce era bassa e calda, le piaceva e già questo avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme e invece nella testa le suonava ben altra musica, ma furono i messaggi a crearle il maggior sconquasso.. G. sapeva scrivere, l’aveva già notato sulla messaggeria, aveva un modo di scrivere chiaro e gentile, mai volgare anche se a volte esplicito, gli piaceva giocare a sedurla… non era mai invadente, era piacevolmente avvolgente.
Una delle prime cose che si era ripromessa tempo fa, era di non far girare foto sue, né sul pc né col telefono, per privacy ma anche per paura di non piacere, ma la voglia di vederlo era così tanta che per poter avere una sua immagine doveva forzatamente accettare di inviarne una, così si scambiarono una normalissima foto col telefonino. Era come si era descritto, anzi meglio di come se lo aspettava, un cinquantenne in forma, almeno dal viso, non bello, ma con una luce particolare negli occhi e una bocca carnosa; a sfavore per i suoi gusti, aveva quel pizzetto biondo quasi bianco e i pochi capelli in testa, che però teneva molto corti, quasi rasati. Lei era un po’ troppo in carne ed era sicura che una volta vista la foto, lui non avrebbe più insistito tanto nel chiederle un appuntamento, invece il primo sms che le arrivò fu : ”allora? quando ci vediamo?” e questo la sorprese piacevolmente al punto da dargli appuntamento per la mattina dopo per fare colazione al mare. Quel mattino mentre si preparava aveva le gambe molli, le girava anche un po’ la testa, più volte fu tentata di telefonargli e trovare una scusa per non andare, sentiva dentro di sé una sensazione strana, sentiva che si sarebbe messa nei guai. Non era la prima volta che s’incontrava con un uomo per un caffè, per lavoro incontrava solo clienti maschi e spesso ci provavano, suscitandole non poco piacere, ma questa volta sentiva che era diverso.. lui era diverso.
Per prima cosa le venne incontro e le sorrise e questo le rese le gambe ancor più deboli, si sforzò di essere naturale presentandosi, G.era vestito sobriamente casual, addirittura bermuda e infradito, ma comunque elegante e quella bocca ispirava cose folli. si avviarono verso la spiaggia senza che lei potesse capire il suo pensiero: le piaceva, non le piaceva, fingeva interesse? .. lei si era messa carina senza eccessi, quei pantaloni bianchi le erano sempre stati bene, le strizzavano un pochino quel sedere troppo grosso, quella camicia scura cercava di nascondere le sue abbondanze con discreti risultati, il trucco leggero e il suo sorriso sembravano sortire l’effetto desiderato.. lui parlava molto, ed era piacevole stare ad ascoltarlo. Fecero colazione in piccolo bar sulla spiaggia e la riaccompagnò all’auto e qui accadde il fattaccio: lei si sedette sulla sua utilitaria, G. per salutarla si avvicinò alla portiera e prima di chiuderla si allungò per darle un bacio sulle labbra, ma il bacio si trasformò in bacio vero a cui lei non oppose resistenza, non durò molto, fu solo un fugace e delicato bacio rubato. Sulla via del ritorno le labbra le bruciavano, sentiva il suo buon sapore, sentiva ancora la sua lingua delicata che la frugava in bocca.. era stordita, per lei era la prima volta dopo suo marito.
Nei giorni seguenti continuando a pensare a quel bacio rubato , tenne una fitta corrispondenza con gli sms con lui, non era fuggito nel vederla e questo le diede coraggio, chiedendogli un incontro. Stava vivendo nel limbo, non sapeva bene cosa avrebbe portato tutto questo, sapeva che non era una cosa positiva, ma sentiva che doveva rivedere quell’uomo e così avvenne. Una mattina lei doveva incontrare un cliente fuori sede, poteva sfruttare qualche ora di libertà, G. era al lavoro ma aveva ancora qualche giorno di ferie da sfruttare, così si prese qualche ora di permesso per andare all’incontro. il posto non era certo molto romantico, il parcheggio dietro ad una multisala, ma poco importava, lei poteva finalmente rivederlo.
G. salì nell’auto che lei aveva parcheggiato con sapienza tra due furgoni, si guardarono per qualche secondo poi lui le si avvicinò e la baciò, ancora delicatamente, come a chiederle il permesso, stavolta lei rispose al bacio cercando la sua lingua, il bacio divenne passione pura, le bocche non si staccavano, le lingue frugavano una nella bocca dell’altro, poi le mani di lui cercarono il suo seno sopra ai vestiti leggeri e al contatto col capezzolo turgido, lei emise un gemito mordendogli le labbra. Continuavano a baciarsi senza sosta, era bravo, deciso e dolce allo stesso tempo, le sue labbra carnose e morbide erano come le aveva sempre immaginate, le sue mani la frugavano ovunque sotto la camicetta, liberando un pochino il seno generoso, le strizzavano i capezzoli facendola gridare da piacere, poi lui fece scendere una mano tra le sue gambe, aveva i jeans, non cercò di aprirglieli, ma la accarezzò da sopra e lei sentiva il calore di quella mano e l’eccitazione le bagnava le mutandine. Lei vedendo il rigonfio sui suoi pantaloni allungò una mano per toccare quello che le sembrava irreale, l’erezione di un uomo per lei… e invece era molto reale. lui nei loro messaggi precedenti, ci aveva sempre scherzato sulle dimensioni del suo sesso definendolo “il piccolo junior” , ma a lei invece sembrava normalissimo e molto duro. Lo accarezzò da sopra ai pantaloni, così sottili da poterne misurare la lunghezza, lo spessore e quasi immaginarne la forma, ma il luogo non era proprio dei più sicuri e lui non si sentiva a suo agio, così decisero di non andare oltre e accorgendosi che il poco tempo che lei aveva a disposizione era scaduto si salutarono senza darsi nessun appuntamento, sapendo le difficoltà che comportavano la distanza che c’era tra loro, gli orari di lavoro diversi e ovviamente le famiglie a casa, ma lei nel rientrare a casa con un lago tra le cosce, sapeva già che tutto questo non poteva bastarle. Quella notte fece l’amore col marito in modo forsennato, come non aveva mai fatto, sembrava non averne mai abbastanza, lui era piacevolmente sorpreso e approfittò di quella situazione per scoparla in tutti i modi , non sapendo che era comunque lei a guidare il gioco e così facendo ebbero numerosi orgasmi da lasciarli spossati
Nei giorni seguenti continuò a sentirsi con G. con gli sms, che diventarono ben presto molto erotici ed anche espliciti, le piaceva giocare, lui sapeva scriverle cose forti senza essere volgare, anche quando descriveva un ipotetico amplesso non era mai troppo esplicito e lei si eccitava ancora di più, ritrovandosi in ufficio seduta alla scrivania con le mutandine bagnate o addirittura quando era a casa da sola a dover ricorrere alla masturbazione, cosa che lei non aveva mai fatto, se non in gioventù e così si ritrovava con le mani fradice dei suoi umori a toccarsi senza ritegno. Nelle sue fantasie c’era anche vedere il suo sesso, quel cazzo che lei aveva toccato da sopra ai pantaloni e che lui definiva “junior”, così quando glielo confessò, lui propose di mandarle una foto e così in un giorno di tranquillità a casa, lei potè vedere una serie di foto del suo sesso e le sembrò bellissimo. Non era molto lungo, ma sembrava grosso ed era lucido da quanto era teso, di un bel colore rosa e la cappella ben evidenziata leggermente più scura…aveva già voglia di baciarlo e tra le cosce sentì subito il calore dei suoi umori che colavano.. si toccò furiosamente e venne in pochi istanti pensando a quel cazzo dentro di lei.
E così continuò questo gioco che diventava sempre più eccitante e quando G. le chiese di vedere qualche foto , lei accettò e in bagno davanti allo specchio si fotografò il seno abbondante e sodo, rifiutandosi di andare oltre, ma ormai era stata presa in quel vortice e alla vista di altre foto del suo bel cazzo duro e di lui che se lo toccava, si distese nel letto e mettendosi il telefono tra le gambe riuscì a scattare una foto del suo sesso aperto e umido, cosa che lui gradì moltissimo e le chiese di poterla chiamare subito, lei era sola a casa e così fecero sesso al telefono.. lui le descrisse minuziosamente tutto quello che le avrebbe fatto, lei cominciò a masturbarsi rumorosamente, gemendo a voce alta e quando lui le mandò la foto dello sperma che gli colava dalla cappella, lei con un grido strozzato ebbe un orgasmo interminabile che la fece tremare tutta e le fece bagnare persino le lenzuola… doveva incontralo di nuovo, doveva vederlo toccarlo, baciarlo, sapeva che non era una scelta giusta, sapeva che sarebbe stato pericoloso, ma non le importava più nulla, doveva averlo.
Un mattino dovette andare in città per lavoro, sapendo che lui era ancora a casa dal lavoro, lo chiamò e gli propose d’incontrarsi per fare colazione, ma mentre si dirigeva al luogo dell’appuntamento pensò ad altro e non certo al caffè. Lui fu puntuale, salì nella sua auto senza dire una parola. lei si diresse subito alla ricerca di un luogo appartato, anche se alle dieci del mattino d’estate, trovare un luogo tranquillo non era facile, si fermarono vicino ad una casa in costruzione, il cantiere era vuoto, non c’era nessuno. G. sorrise e la baciò con trasporto, un bacio lungo, passionale, eccitante, le sue mani la frugavano, la cercavano, le strinse i capezzoli duri e liberando un pochino un seno, si chinò a baciarlo, a leccarlo, a succhiarlo.. lei gemette dal piacere e gli morse la nuca e quando la mano di lui si fermò tra le sue cosce, inarcò la schiena e gli offrì il suo sesso.. G. infilò le dita sotto le mutandine già bagnate, cercò la sua figa aperta e fradicia, cercò la clitoride gonfia di piacere e la strinse leggermente tra le dita, poi fece scivolare due dita dentro di lei, strappandole un grido e le mosse piano avanti e indietro, la stava scopando con le dita, era delicato e forte allo stesso tempo, era una sensazione che non ricordava, ma che aveva sognato ed ebbe un orgasmo nella sua mano.. lui la baciò e sorrise, il gonfiore sui suoi pantaloni era molto evidente, lei glieli aprì abbassandoli leggermente e gli tirò fuori quel cazzo che aveva sempre sognato, era come se lo aspettava, come lo aveva visto nelle foto, era caldo e pulsante e molto duro, lo accarezzò, lo strinse forte e non resistendo lo prese in bocca.. era una sensazione bellissima, certo non era la prima volta che lo faceva, suo marito era il fortunato che si godeva i suoi pompini ed era molto soddisfatto, ma stavolta era diverso, farlo lì, all’aperto in macchina, era una cosa dimenticata, un ricordo di gioventù, quando i primi amori si soddisfacevano in quel modo per non andare oltre e sentire quel cazzo così caldo che si ingrossava sempre di più nella sua bocca la costrinse a mettersi una mano tra le cosce per godere ancora.. lui la guidava, le diceva come gli piaceva, come voleva sentirla, come avrebbe voluto che lo prendesse tutto fino alla radice, ma nonostante non fosse lungo era molto grosso e le riempiva la bocca, impedendole di respirare bene, allora G. la sollevò un pochino e le chiese di usare anche la mano, lei ne fu contenta, perché non le piaceva che le venissero in bocca, non lo aveva mai permesso nemmeno al marito e così muovendo la mano su è giù e leccandogli la cappella lo fece godere e guardò lo sperma uscire a fiotti che gli colava tra le dita continuando a stringere quel sesso caldo che le pulsava forte in mano. Era una sensazione bellissima, l’essere fonte di tutto quel piacere, si sentiva gratificata e appagata.
Guardò l’orologio luminoso sul comodino, erano le tre e ancora il sonno tardava a venire; invece quei pensieri continuavano ad affollarle la mente. Ripensava a quanto lo aveva desiderato nei giorni seguenti il loro ultimo incontro.. ripensava a tutte quelle volte che non aveva resistito e gli aveva mandato foto esplicite mentre si masturbava e quante volte gli aveva chiesto di poter vedere il suo sesso in foto ed ogni volta si sentiva “zoccola più che mai”, ma non riusciva a smettere.. e pensare che il marito la cercava spesso e facevano all’amore anche tutta la notte, come se avesse capito che lei era distratta e volesse appagarla di più, ma il suo pensiero era sempre quello: doveva fare all’amore con quell’uomo, lo voleva dentro di lei, lo voleva completamente. G. per la verità non insisteva molto, avevano entrambi molte difficoltà con gli orari e la distanza era un problema col poco tempo a disposizione. Poi lei era molto conosciuta in zona ed entrare in un hotel poteva essere molto rischioso.. G. aveva accennato ad un auto hotel dalle sue parti, molto discreto dove praticamente non dovevi scendere dall’auto e parcheggiavi di fronte alla stanza, ma rimaneva sempre il problema del tempo e della distanza.. così continuarono a vedersi fugacemente qualche pomeriggio in macchina, ed era sempre lei che decideva il luogo e che cercava posti nascosti, lui era sempre di poche parole, ma la faceva impazzire quando la baciava, quando la toccava e lei non vedeva l’ora di tiragli fuori dai pantaloni quel cazzo sempre duro per succhiarglielo.
Poi un sabato pomeriggio le si presentò l’occasione, il marito era fuori per lavoro e G. le propose di raggiungerlo. Al ritrovo stabilito lui la invitò nella sua auto, quando fu salita le diede un bacio e le chiese se ne fosse sicura e lei senza esitare rispose di si.. aveva ragione il posto era veramente gradevole e tranquillo, non ebbe bisogno di scendere dall’auto per farsi riconoscere, G. parcheggiò di fronte alla stanza assegnata e le diede le chiavi, anche quel gesto le diede ancor più coraggio, aprì la porta ed entrò. La stanza era sobria e ben arredata, il bagno grande, luminoso e molto pulito.. le tremavano le gambe… G. la abbracciò da dietro baciandole il collo, sfiorandole il seno e lei potè sentire che era già eccitato. Rimasero così qualche istante, le piaceva strofinarsi contro il suo sesso, la eccitava sapere che gli faceva quel bell’effetto. Lui iniziò a spogliarla, le tolse la maglietta, poi la fece girare e baciandola le slacciò il reggiseno liberando quel seno maestoso, si abbassò leggermente per baciarle i capezzoli e intanto lei gli apriva la camicia quasi a strappargliela, voleva vederlo nudo completamente, lo aveva visto sempre solo a tratti, ora poteva.. continuando a baciarsi si slacciarono a vicenda i jeans che scivolarono a terra e i loro sessi erano così solo divisi dalla sottile stoffa dell’intimo; lei si era messa quel completo bianco che sapeva gli sarebbe piaciuto: balconcino e coulotte; lui aveva dei boxer neri elasticizzati che a stento contenevano la sua erezione; aveva un fisico discreto, pelle chiara leggermente abbronzata, non muscoloso ma nemmeno molle era “tosto”, un po’ di “pancetta” da cinquantenne, poco peloso, con gambe e braccia forti da sportivo e a lei piaceva da impazzire.. G. la fece distendere sul letto e cominciò a baciarla dalla bocca, poi il collo e scese, si soffermò a lungo sul seno, su quei capezzoli che sembravano esplodere, li leccò, li succhiò, li mordicchiò, strappandole grida di piacere, sentiva gli umori che le bagnavano le mutandine che ancora indossava, G. scendeva con quella lingua morbida, la leccò sulla pancia , l’ombelico, poi attorno alle mutandine senza toccarle il sesso, lei stava impazzendo.. era bravo.. G. le appoggiò la bocca sulle mutandine, sul suo sesso e la leccò così, attraverso la stoffa leggera, poi le scostò leggermente e diede un colpetto di lingua a quel clitoride gonfio e duro.. lei inarcò la schiena pregandolo di toglierle le mutandine e così lui fece, affondando il viso tra le sue cosce.. la sua lingua si muoveva piano dentro di lei, con le mani teneva aperto quel sesso fradicio e le passava la lingua su e giù e quando la penetrò con due dita , lei ebbe il primo orgasmo, lui se ne accorse ed aumentò il ritmo con la lingua e spostò un dito a cercare il suo buchetto, lei non era la prima volta, al marito aveva concesso con piacere anche il culo, ma quando sentì quel dito che la penetrava, sentì come una scarica elettrica e gridò di piacere, gli prese la testa se la spinse contro il sesso e stringendo le cosce venne ancora nella sua bocca.. adesso lo voleva dentro.. voleva il suo cazzo, voleva che la scopasse forte, voleva che la trattasse da “troia”.. G. si tolse i boxer e le mostrò il suo cazzo lucido e fiero, lei voleva succhiarlo, ma lui la tenne ferma distesa sul letto com’era, si mise in ginocchio di fronte a lei e gli strusciò la cappella dura sulle grandi labbra masturbandola un po’, poi le prese le gambe se le mise sulle spalle ed iniziò a penetrarla con la punta, soffermandosi subito.. lei stava impazzendo, lo voleva dentro completamente e cercava di spingere la sua figa verso il suo cazzo ma lui la tratteneva e continuava ad entrare piano, muovendosi appena e dicendole che in quel modo memorizzava tutte le sensazioni che stava provando per farle durare di più, poi con un colpo netto e forte la penetrò fino in fondo e rimase lì ben piantato dentro .. lei ebbe un altro orgasmo, più violento e più lungo stavolta, mentre lui iniziò a scoparla veloce.. poi lo sfilò all’improvviso dicendo che voleva che lei assaggiasse i suoi umori e glielo mise in bocca, lei lo leccò avidamente, lo succhiò, pensando di farlo godere così e invece G. la staccò e si distese sulla schiena facendola salire su di lui.. lei guidò quel cazzo durissimo dentro di lei e gli si lasciò scivolare sopra rimanendo in posizione eretta, si sentì riempita da quel grosso cazzo e cominciò a cavalcarlo, poi lui le prese una mano e la portò sul suo clitoride, lei se lo toccò, se lo accarezzò e tremando tutta godette ancora. Ormai aveva perso il conto degli orgasmi che aveva avuto, mentre G. non era ancora venuto, aveva un po’ di timore, non voleva che le venisse dentro, non prendeva anticoncezionali, così iniziò nuovamente a succhiarlo per farlo godere, ma G. aveva altre idee così la fermò e si alzò dal letto, la fece mettere alla “pecorina” e la penetrò da dietro.. a lei piaceva molto ma il timore che le venisse dentro , la bloccava e allora spudoratamente gli chiese di metterglielo nel secondo canale, G. sfilò il cazzo dalla sua figa e così fradicio dei suoi umori lo appoggiò al buchetto, fu molto delicato, lei senti un po’ di dolore solo quando le entrò la cappella, ma lui si fermò subito e aspettò, poi quando la sentì rilassata entrò lentamente e completamente.. lei sentiva quel cazzo che la allargava e la riempiva, sentiva come piano piano si muoveva dentro di lei, entrando e uscendo quasi completamente, sempre più velocemente, sentiva G. ansimare forte ormai al limite e sentì il primo fiotto caldo e quel cazzo che si gonfiava ancora, poi altri fiotti e il suo piacere che le riempiva il culo e andò con una mano a cercarsi il sesso e infilandosi due dita dentro godette ancora mentre lui si staccava da lei.. rimase qualche minuto così, immobile, distesa sulla pancia, con la faccia affondata nel cuscino, la mano ancora tra le gambe e pensò che stavolta la realtà aveva superato il sogno.
Aveva sempre pensato che lui non appena avuto quello che cercava sarebbe sparito, come tutti i “cacciatori”, invece la sorprese ancora il giorno dopo ringraziandola per i momenti passati insieme e chiedendole altri incontri. Lei era titubante, non sapeva fin dove poteva o voleva spingersi, G. le piaceva molto ma la sua famiglia veniva prima di ogni cosa e continuare una relazione con lui poteva essere pericoloso per entrambi, ma lo desiderava troppo, aveva sempre voglia di vedere il suo cazzo, di toccarlo, di succhiarlo, si eccitava al pensiero, tanto da masturbarsi spesso, così decise di chiamarlo ancora. Le si presentò l’occasione di uscire la sera, doveva andare ad un concerto con un amica, ma l’amica aveva dato forfait e lei non lo aveva detto, così si organizzò con G. per incontrarsi ancora in un hotel. Ma quella sera si fece prendere dal panico di essere scoperta e allora restarono ancora una volta in macchina a pomiciare furiosamente; G. con un po’ di contorsioni, riuscì persino a leccargliela un po’, fu sublime e lei ovviamente ricambiò con un pompino magistrale, le piaceva molto farlo, le piaceva farlo godere in fretta, G. di solito non resisteva molto a quei baci e stringere il suo cazzo tra le mani mentre godeva, era per lei una sensazione incredibile, ma non le bastava. Qualche giorno dopo, riuscì a prendersi qualche ora un sabato pomeriggio, invitò G. a raggiungerla in una cittadina dei dintorni, appena fu salito in macchina, lei gli mise una mano sul “pacco” e sentendolo indurirsi subito alle sue carezze, spudoratamente gli tirò giù la zip e G. lo tirò fuori, lei partì alla ricerca di un luogo appartato e guidò per un po’ col suo cazzo in mano, era una sensazione incredibile, avere la gente che passava accanto mentre lo accarezzava la faceva sentire una vera “troia” ma non le importava nulla in quel momento, non le importava nemmeno se qualcuno avesse visto, quel che contava era che lui era lì con lei, lì tra le sue dita. Non con poche difficoltà riuscì a trovare un posto dove fermarsi e quando G. la baciò e le infilò una mano tra le gambe, non ci mise molto a farla godere, da tanto che era eccitata, ma lei lo voleva in bocca, era diventata come un’ ossessione, voleva sentirlo crescere, voleva sentirne il calore. Si avventò su di lui, il suo cazzo era gonfio per le carezze avute sino a quel momento, G. le raccomandò di andarci con calma per non farlo godere subito, ma a lei non importava e lo succhiò e lo leccò furiosamente, ma stavolta nonostante il suo avviso non si fermò, continuò a succhiarlo fino a sentire lo sperma prima sulla lingua e poi a riempirle la bocca. Non era abituata, non lo aveva mai fatto e non riuscì a contenerlo tutto, lasciandolo colare lungo il cazzo che pulsava; G. era in estasi e non smetteva di godere, lei si sentiva strana, era una sensazione nuova, non era stato così sgradevole come aveva pensato, anzi, quel sapore agrodolce le piaceva e una volta a casa ancora col suo sapore in bocca si rifugiò in bagno e si masturbò ancora.
Passò un po’ di tempo da quell’ultima volta, lei continuava a cercarlo tutti i giorni con sms, G. sembrava un po’ distante, un po’ distaccato, diceva di avere problemi sul lavoro, di essere preoccupato, ma lei sapeva che G. aveva altre donne o almeno che non era la sola con cui si vedeva. Le dava fastidio, certo non poteva pretendere nulla da lui, dopotutto anche lei scopava col marito e anche spesso e poi G. le aveva sempre detto che non voleva legami di nessun genere, era stato chiaro fin dall’inizio, lui cercava distrazioni e piacere, sia che fosse mentale o fisico.. o magari entrambi. lei frequentandolo sapeva benissimo quello che poteva avere da lui, ma non voleva rinunciarvi, era troppo il piacere che le regalava.
Riuscì comunque ad organizzare un incontro, con la scusa dello jogging serale che faceva poco lontano da casa, lo incontrò e riuscirono a scopare in macchina. Fu una cosa imprevista, G. negli ultimi messaggi le aveva scritto di aver voglia di leccarla per bene, di farla godere con la lingua, lei solo al pensiero si bagnava e non vedeva l’ora di poterlo fare. Una volta appartati, G. la fece mettere seduta in cima al sedile del passeggero e si accucciò davanti a lei, le sfilò con non poche difficoltà le mutandine e cominciò a leccarla lentamente, si ricordava la sua lingua morbida, si ricordava le sue labbra che le succhiavano il “grilletto” e risentirle la fece impazzire di piacere, godette nella sua bocca stringendogli la testa e spingendolo contro di lei e con un filo di voce gli chiese di scoparla.. G. non era molto comodo e non aveva molti spazi di movimento, ma in ginocchio davanti a lei riuscì ad affondare il suo cazzo duro in quel lago di umori, a lei si annebbiò la vista, le girava la testa, si sentiva come se fosse piena del suo cazzo, G. si muoveva lentamente dentro di lei, soffermandosi spesso per farle sentire come pulsava, per sentire come lei lo avvolgeva, poi ricordandosi di non prendere anticoncezionali e che lui era “scoperto”, lei volle smettere e con uno sguardo lascivo gli chiese di darglielo in bocca, voleva sentire i mischiarsi il suo sapore coi suoi umori, si sentiva veramente una “troia” ma non le importava nulla, lo voleva sempre e in tutti i modi. G. si sedette sul sedile e lei iniziò a leccarlo, a pulirlo dei suoi umori densi, poi lo prese in bocca tutto, fino alla radice, non era lungo , ma faceva fatica lo stesso a contenerlo, G. cominciò a muovere il bacino su e giù, lei stava immobile e lui la scopava in bocca, poi le mise una mano sul sedere e cercò la sua figa fradicia, vi infilò due dita, le sembrava di scopare con due uomini contemporaneamente, stava impazzendo dal piacere e quando G. le infilò un dito nel culo dovette staccarsi dal suo cazzo per gridare di piacere; adesso voleva farlo godere voleva sentire di nuovo il sapore del suo sperma, cos’ aumentò il ritmo e G. le venne copiosamente in bocca, stavolta, non ne lasciò uscire nemmeno una goccia, ingoiando piano piano e finì col ripulirlo bene leccandolo tutto e quando lui la baciò frugando con la lingua nella sua bocca alla ricerca del suo piacere, lei con un tremito che la squassava venne ancora.
Il sonno non ne voleva proprio sapere di arrivare quella notte e quei pensieri, quei ricordi, continuavano ad affollarle la mente. Non poteva smettere di pensare che dopo lunghe discussioni telefoniche, la sera prima, si erano incontrati e G. le aveva praticamente detto di voler chiudere. Era stato ovviamente molto più diplomatico e aveva cercato di convincerla che serviva una pausa di riflessione, serviva distaccarsi un po’, per un po’ di tempo, secondo lui per provare a capire cosa gli stava succedendo, si addossava colpe e responsabilità, si diceva confuso e insicuro, voleva stare un po’ da solo. Lei gli aveva ribadito che non si aspettava nulla in cambio, che voleva solo vederlo ogni tanto, che non era a rischio la sua stabilità familiare, ma G. sembrava irremovibile, voleva chiudere. Lei sapeva di essere stata forse un po’ troppo pressante ultimamente, di aver forse esagerato coi messaggi, con le domande e lo aveva sentito più freddo, ma non voleva perderlo. Quella sera lui non le diede nemmeno un bacio, fu molto arido e aspro, lei tornò a casa piangendo e lo fece per tutta la notte, ma non aveva intenzione di mollare, non così facilmente almeno, così il giorno dopo gli scrisse un messaggio per dirgli che non le importava nulla di tutto quello che lui aveva detto, lei voleva vederlo subito, in quel momento.. E così G. la raggiunse al mare, sorrideva il “bastardo”, sorrideva mentre si avvicinava alla sua auto in sosta in disparte, all’invito di lei salì in macchina e sempre con quel sorriso da “stronzo” le chiese se era sicura di quello che stava facendo, lei in tutta risposta lo baciò con passione e gli mise una mano sui jeans, sentendolo già pronto gli chiese spudoratamente di tirarlo fuori per poterlo succhiare, G. non se lo fece ripetere due volte, si abbassò un poco i jeans e glielo mostrò così fiero e svettante.. era sempre molto bello il suo “junior”, chissà perché lui sembrava disprezzarlo o comunque irriderlo, era di una lunghezza normale e bello grosso, era fatto bene, di un bel colore rosa con una bella cappella u po’ più scura, faceva venire voglia di baciarlo.. e così fece ancora una volta, sentendolo impazzire nella sua bocca e dopo averlo bevuto tutto fu lei a sorridere stavolta, lui era ancora lì, tra le sue mani, nella sua bocca… era ancora suo.
E sorrise anche quella notte al buio pensando che d’ora in avanti non si sarebbe più chiesta il perché, ma solo “quando” e mettendosi in posizione fetale, fece scivolare ancora la sua mano tra le gambe, alla ricerca di quel piacere che le avrebbe poi portato il sonno.
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